Un futuro da tessere (insieme)
Dare una seconda opportunità alle donne detenute in carcere. Come? Facendo realizzare loro creazioni esclusive con tessuti donati dai partner di “Made in Carcere”, società cooperativa sociale no profit, che sulla sua strada ha incontrato un nuovo compagno di viaggio: Schmid
“Made in Carcere” è una società cooperativa sociale non a scopo di lucro, che dal 2007 è impegnata nella creazione di un modello di sviluppo sostenibile basato su concrete forme di coesione sociale. Obiettivo: offrire un’altra occasione a donne in stato di detenzione, che attraverso il lavoro costruiscono un percorso di riabilitazione della loro dignità individuale.
Lo strumento pratico di questo riscatto è il lavoro, più precisamente, la produzione sartoriale di borse e accessori in tessuti MADE IN CARCERE® – FASHION AND PACKAGE, creati con materiali messi a disposizione da un network di aziende coinvolte nel progetto: una seconda vita che in qualche modo accomuna le persone e i materiali. E che – in entrambi i casi – produce risultati sorprendenti.
Una partnership di valori
Un progetto in cui crede anche Schmid, che ha offerto il proprio sostegno e contributo mettendo a disposizione di Made in Carcere i propri tessuti: a usufruirne saranno le donne detenute delle carceri di Lecce e Trani, che realizzeranno una linea di borse e accessori che sarà poi venduta proprio con il marchio “Made in Carcere”. «Ci siamo immediatamente trovati in sintonia con la filosofia e i valori di questo progetto – ha raccontato Paolo Ciccarelli, ceo di Schmid -: si tratta di un modello di inclusione sociale molto efficace, che ci sentiamo di condividere e a cui abbiamo aderito con entusiasmo, augurandoci che questa collaborazione possa proseguire nel tempo».
Verso un futuro sostenibile
Di questa partnership ha parlato anche Luciana Delle Donne, fondatrice e inarrestabile promoter di Made in Carcere, raccontando le basi e valori su cui si poggia il rapporto tra la no profit e Schmid: «Crediamo che il futuro sia in mano a imprese dalla forte spinta etica e l’unione tra società no profit e società private può portare a grandi risultati. La sostenibilità e il valore sociale del proprio business è, infatti, sempre più un driver di sviluppo e di distinzione: ci auguriamo che il rapporto tra Schmid e Made in Carcere non si esaurirà con la donazione dei tessuti, ma si svilupperà nel tempo consentendo di dimostrare la possibilità di lavorare per un mondo e un futuro migliore attraverso l’inclusione sociale e reinserimento lavorativo di persone ai margini. Perché solo così si potrà costruire un’altra forma di ricchezza che non è solo il profitto ma anche il benessere dell’ambiente e delle persone».